[Sports Foundation North Rhine-Westphalia]

[Captains Day: Meeting between elite sport and business]

[Sports Foundation North Rhine-Westphalia]

[German Sport Aid Foundation]

[Sport Aid Elite Panel]

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L’epidemia mondiale del Covid-19, arrivata in modo inaspettato e all’improvviso, si è estesa ovunque acuendo in maniera gigantesca questa difficoltà profonda dello stare insieme e incrinando le strutture su cui ha poggiato l’organizzazione sociale fino a oggi. Nelle città globali ogni spazio vitale ha subìto un arresto immediato del funzionamento a cui era abituato. Ogni gesto e ogni azione sociale ha ormai cambiato significato e fa i conti con la paura e l’angoscia della malattia. In Italia e nel mondo, il contagio dell’epidemia ha imposto e obbligato un processo di “distanziamento sociale” che, lungi dall’essere un neologismo entrato di prepotenza nel senso comune e con cui la sociologia è chiamata a confrontarsi, lascia tuttavia intravedere nuovi modi di riunirsi e di agire collettivamente.

Per oltrepassare la paura della solitudine e la tentazione all’individualismo e all’autosufficienza, ma anche per far fronte alle sfide in termini politici ed economici che il periodo “post epidemia” implica, le Scienze sociali sono chiamate a interrogarsi sul funzionamento della “società” come risorsa vitale per ripensare la dimensione culturale delle biografie individuali e collettive all’interno dello spazio pubblico e all’indomani della crisi sanitaria. In questo orizzonte di senso si inserisce il tema, “Seduzione e città globale. Rifare la società dopo il Covid-19”, che verrà trattato a Narni il 15 e il 16 ottobre nel Festival della Sociologia 2020.

Il tema dell’edizione 2020. L’osservazione della società rivela una difficoltà

dell’essere umano ad abitare generativamente la contingenza illimitata e imprevedibile

dell’esistenza. L’apertura alla vita, nel suo intensificarsi di pulsioni, sentimenti ed

emozioni, è particolarmente visibile nelle metropoli, dove gli stili di vita e la

moltiplicazione degli scambi comunicativi esprime nuove forme di disagio e persino di

rifiuto di un’autentica socialità.

L’epidemia mondiale del Covid-19, arrivata in modo inaspettato e

all’improvviso, si è estesa ovunque acuendo in maniera gigantesca questa difficoltà

profonda dello stare insieme e incrinando le strutture su cui ha poggiato l’organizzazione

sociale fino a oggi. Nelle città globali ogni spazio vitale ha subìto un arresto immediato

del funzionamento a cui era abituato. Ogni gesto e ogni azione sociale ha ormai cambiato

significato e fa i conti con la paura e l’angoscia della malattia. In Italia e nel mondo, il

contagio dell’epidemia ha imposto e obbligato un processo di “distanziamento sociale”

che, lungi dall’essere un neologismo entrato di prepotenza nel senso comune e con cui la

sociologia è chiamata a confrontarsi, lascia tuttavia intravedere nuovi modi di riunirsi e di

agire collettivamente.

Per oltrepassare la paura della solitudine e la tentazione all’individualismo e

all’autosufficienza, ma anche per far fronte alle sfide in termini politici ed economici che

il periodo “post epidemia” implica, le Scienze sociali sono chiamate a interrogarsi sul

funzionamento della “società” come risorsa vitale per ripensare la dimensione culturale

delle biografie individuali e collettive all’interno dello spazio pubblico e all’indomani

della crisi sanitaria. In questo orizzonte di senso si inserisce il tema, “Seduzione e città

globale. Rifare la società dopo il Covid-19”, che verrà trattato a Narni il 15 e il 16 ottobre

nel Festival della Sociologia 2020.

The observation of society reveals a difficulty of the human being to inhabit in a productive way the unlimited and unpredictable contingency of existence. The openness to life, in its intensification of drives, feelings and emotions, is particularly visible in the metropolis, where lifestyles and the multiplication of communicative exchanges express new forms of unease and even rejection of an authentic sociality.

The global pandemic of Covid-19, which occurred unexpectedly and suddenly, has spread worldwide, exacerbating in a colossal way this profound difficulty of being together and cracking the structures on which social organization has rested until today. In global cities, every living space has suffered an immediate halt to the functioning to which it was accustomed. Every gesture and every social action has now changed its meaning and comes to terms with the fear and anguish of illness. In Italy and throughout the world, the contagion of the epidemic has imposed and forced a process of “social distancing” which, far from being a neologism that has become overbearing in the common sense and with which sociology is called upon to confront itself, nevertheless allows us to glimpse new ways of coming together and acting collectively. To overcome the fear of loneliness and the temptation to individualism and self-sufficiency, but also to face the challenges in political and economic terms that the “post-epidemic” period implies, the Social Sciences are called upon to question the functioning of “society” as a vital resource to rethink the cultural dimension of individual and collective biographies within the public space and in the aftermath of the health crisis. The theme, “Seduction and global city. Rebuilding society after Covid-19 “, will be discussed in Narni on 15 and 16 October in the Festival of Sociology 2020.